Si va verso il
mezzo milione, per l’esattezza 449.503, il
numero dei lombardi che risiedono all’estero; di questi, 22.981 hanno lasciato
la regione nel 2016.
La provincia
di Milano ne conta 129.042, quella di Bergamo 49.694 e quella di Brescia
41.933. La grande “terra brianzola” (Como, Lecco e Monza Brianza) vi concorre
con 81.234 (di cui 4.805 solo lo scorso anno): segmento dei 4.973.942 di Italiani sparsi per il mondo.
Il 22,4% è
rappresentato da giovani (tra i 18 e i 34 anni)
mentre il 25,2% sono persone di mezza età, vale a dire tra i 35 e i 49
anni, una fascia d’età che tocca il 27,6% per chi proviene dalle province d
Milano e Monza Brianza.
Sono
espressione di una cultura universitaria ed economica che si è fatta apprezzare nel
mondo.
Infatti non
sono in trasferta, in missioni d’affari o giovani dell’Erasmus, ma lombardi che
hanno preso residenza all’estero per lavorare; lombardi che hanno messo in
gioco il loro futuro contando sulle proprie forze, sulle proprie capacità in
ambienti dove la raccomandazione è solo quella dei genitori verso la condotta
dei figli.
Partono
riempiendo la valigia di speranze e, giorno dopo giorno, esprimono le proprie
capacità, i propri valori superando spesso l’agguerrita concorrenza di altri
valenti lavoratori stranieri. Tutti vedono realizzati i loro sogni, gran parte
di loro percorre carriere lodevoli dimostrando talento.
Sono risorse
che quel motore economico dell’Italia ha perso e
che aumentano di anno in anno. Valori che sono il frutto di valenti formazioni
in Italia, ma che il nostro Paese non sa individuare ed esaltare.
Conforta
tuttavia sapere che qualcuno di loro, ripensando a quando partì dall’Italia, ha
affermato: “riempii la valigia di speranze, ora la vedo colma di certezze”.
caspita quanti ,non lo avrei immaginato, meno male che almeno qualcuno ci tiene informati grazie
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