lunedì 21 agosto 2017

GENO AURIEMMA, the great coach


Da qualche parte ho letto: "Nessuna distanza potrà mai tenere lontano chi vuole stare vicino" e così la squadra femminile di basket dell'Università del Connecticut  UConn Huskies è in Italia per un tour sia culturale che sportivo, ma velatamente sentimentale per il suo allenatore, l'avellinese Luigi "Geno" Auriemma.
Va aggiunto che sua moglie Kathy è di origine calabrese e nel Connectocut è alquanto significativa una comunità di origine siciliana, tanto che a Floridia, in provincia di Siracusa, hanno intitolato una strada "ai Floridiani di Hartford".
Venerdì 18 agosto, dopo che il giorno prima a Palazzo Vecchio, Firenze, un dirigente nazionale dell'ASI gli aveva stato consegnato la targa del Premio ASI Italiani nel mondo*, ha fatto tappa al Palazzetto dello Sport di Vicenza dove le Huskies (affettuoso nomignolo per le cestiste dell'UCONN) hanno tenuto un allenamento ed una partita dimostrativa contro una selezione di cestiste venete.
(foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)
Lì ho raggiunti per conoscere personalmente Geno e sua moglie, e l'incontro è stato dei più cordiali, entrambi mi hanno messo subito a mio agio, quasi ci conoscessimo da tempo ...e le foto lo stanno a dimostrare. Geno Auriemma, un grande coach, ma non solo!
Mrs Kathy Auriemma (foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)

Accanto alla motivazione del premio, che ha particolarmente gradito per il suo significato, gli ho dichiarato: "Geno, we are proud of you!"
Italia e Mr Auriemma (foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)

* Il giornale The Daily Campus ha così riportato la notizia del premio (I thank very much this magazine):
While the team was in Florence on Aug. 17, head coach Geno Auriemma was honored with the Premio ASI Italiani Nel Mondo award. The award is given to a native Italian who has emigrated from his or her native country and gone on to achieve success in the world of sports.

martedì 8 agosto 2017

La tragedia di Marcinelle e il pensiero di Mattarella



Stamane, alle 8,02, i 262 rintocchi della campana di Maria Mater Orphanorum, a Marcinelle, hanno ricordato le vittime della tragedia del 1956
Marcinelle e, soprattutto Bois du Cazier, sarebbero stati nomi sconosciuti nella geografia europea e addirittura belga. Erano invece la località a sud di Charleroi e la sua miniera di carbone dove, poco dopo le 8 dell’8 agosto 1956 si compì una tragedia che causò la morte di 262 lavoratori di cui 136 italiani e 95 belgi. Il lavoro poi riprese fino al 1967 quando fu chiusa definitivamente.
L’escavazione nelle miniere aveva fatto affluire in Belgio migliaia di nostri connazionali, ne erano stati previsti 50mila: “età massima 35 anni e in buona salute” così ripartiti: 1000 minatori a settimana in cambio di 200 kg di carbone al giorno,  a prezzo preferenziale, per ogni minatore. Avrebbero viaggiato in treno fino a Namur e da lì smistati nei cinque bacini carboniferi.
Era il risultato dell’accordo sottoscritto a Roma proprio dieci anni prima (23 giugno 1946) tra il nostro Paese e Bruxelles, per l’Italia firmò il capo delegazione, il conte Secco Suardo  e per il Belgio il comte Geoffrey d’Aspremont-Lynden, incaricato d’affari presso l’Ambasciata del Belgio a Roma.
Ci fu una vasta campagna di pubblicizzazione per reclutare i lavoratori come salari elevati, viaggi  ferroviari gratuiti, assegni familiari, ferie pagate e pensionamento anticipato. In realtà, già dall’alloggiamento nelle cantines, le baracche calde d’estate e gelide d’inverno, l’esperienza non fu delle migliori anche perché l’accoglienza dei belgi non fu delle migliori, sulle case era facile trovare scritte alquanto esplicite: ni animaux, ni etrangers Insomma, un pane guadagnato a caro prezzo, sia nelle miniere belghe come in quelle francesi e lussemburghesi.
© Riproduzione riservata

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L’odierna commemorazione ha fatto registrare varie voci, anche quella del nostro Capo dello Stato che bene ha fatto nel ricordare le “generazioni di Italiani che hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione. Hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nelle società di accoglienza”. Tutto giusto ma sbagliato il tempo dei verbi: caro Mattarella, si faccia informare meglio: l’emigrazione italiana perdura ed aumenta, le famiglie versano ancora lacrime alla partenza (e non solo) e la convivenza, la concorrenza con tanti altri lavoratori anch’essi emigrati da altre nazioni non è sempre delle più facili. Però si affermano, fanno onore all’Italia e a loro, Presidente, rivolga un pensiero di stima e di affetto, come un padre ai figli che sono ormai 5 milioni.
Non ho dubbi che lo farà e le saranno grati.

sabato 5 agosto 2017

Addio a TETTAMANZI, il Cardinale della contemporaneità

Il nostro incontro personale nel novembre 2010
Lo ricordo così, con questa immagine dove traspare tutta la semplicità e comunicativa del cardinale DIONIGI TETTAMANZI che ci ha lasciati stamane, a 83 anni.

mercoledì 2 agosto 2017

GENO AURIEMMA premiato dall'ASI


Tra i milioni di emigranti italiani ci sono delle figure straordinarie, connazionali che nella loro attività onorano l'origine italiana; per questo, come consigliere nazionale di Associazioni Sportive Sociali Italiane, nel 2015 ho ideato il Premio ASI Italiani nel mondo. In questi anni il riconoscimento, concordato da un'apposita commissione, è andato alla Fondazione Migrantes che cura l'annuale Rapporto Italiani nel Mondo, e a 6 eccellenze italiane residenti all'estero, espressioni di Sport, Cultura e Sociale. Adesso abbiamo fatto un'altra grande scelta: LUIGI "GENO" AURIEMMA.
GENO AURIEMMA (foto tratta dalla sua biography)

Nato nel 1954 a Montella (Avellino)  lasciò da bambino l'Italia per gli Stati Uniti d'America dove, dopo avere svolto varie attività, si è dedicato allo Sport.
Dal 1985 è l'apprezzato allenatore della squadra femminile di basket dell'Università del Connecticut, l'UConn (le sue giocatrici sono familiarmente chiamate Huskies) vincendo 11 campionati NCAA, e della Nazionale USA con cui ha conquistato due titoli mondiali (2010 - 2014) e due Olimpiadi (2012 - 2016): davvero un coach vincente! Ma non sono solo i titoli a parlare bene di Geno: ha un grande senso dei valori del gruppo, spirito che trasmette a tutte le sue giocatrici.
Da Paul Pirrotta, un amico giornalista di Hartford, ho ricevuto questo lusinghiero commento:
"Gianmaria, that is an outstanding choice! Geno is without doubt the best women basketball coach ever and he is also extremely involved in the community!"

Dettagli della sua straordinaria carriera si possono leggere nel mio post del 3 aprile 2017 (http://unavaligiadisperanze.blogspot.it/2017/04/geno-quellimbattibile-allenatore.html) ; nel frattempo gli diamo il benvenuto in Italia dove, con una folta delegazione del'UCONN, visiterà Roma, Firenze e Vicenza; durante una di queste tappe gli verrà consegnata la nostra targa-premio e conto di avere il piacere di incontrarlo.

martedì 1 agosto 2017

La disoccupazione non diminuisce ma aumenta l'emigrazione

è l'Italia che va...


Leggo che la disoccupazione giovanile è diminuita dell’1,7% scendendo al 35,2% Qualche partito esulta per questi numeri forniti dall’Istat, ma è un dato parziale che ignora due aspetti molto rilevanti:
     - al diminuito numero di giovani disoccupati (- 86mila) si contrappone quello degli inattivi, degli sfiduciati; “Il numero dei disoccupati non cala perché ha trovato un’occupazione, ma perché ha smesso di cercarla” (fonte Adapt-HuffingtonPost)
   -  sono aumentati gli Italiani, giovani e quarantenni,  che sono espatriati: in due anni i connazionali che si sono trasferiti all'estero sono passati da 4.637.000 a 4.934.900, vale a dire dal 7,6% all'8,13%
Va notato che le regioni che hanno sempre rappresentato un riferimento, una meta per gli Italiani in cerca di lavoro, negli ultimi due anni hanno perso decine di migliaia di residenti diventando terre di origine della nostra nuova emigrazione:  Lombardia (-48.800 unità), Veneto (-31.500), Lazio (-24.750), Piemonte (-21.900) ed Emilia Romagna (-18.880).
Abbiamo regioni dove la percentuale degli emigrati ha superato il 20%: il Molise    27,40, la Basilicata 21,80 e la Calabria col 20,21
Non smetto di ricordare che la nuova emigrazione non è fatta di treni stracolmi di  migliaia di Italiani che partivano con tanta speranza e onesta voglia di lavorare ma spesso senza la certezza di un posto di lavoro; oggi sei selezionato, cercato e se ti affermi non sei un cervello ma un talento in fuga: una risorsa che l’Italia perde.
(foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)