sabato 19 giugno 2021

Emigrazione italiana, argomento che i nostri politici sembrano ignorare

L'Italia conta circa 6.000.000 (seimilioni) di propri emigranti iscritti all'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'estero.= Gran parte di loro sono quelli che, pur con un livello d'istruzione che difficilmente toccava la media superiore, hanno dimostrato di valere affermandosi per impegno, serietà e capacità imprenditoriale.= Nell'ultimo decennio a varcare il confine ci sono stati molti giovani neolaureati o nostri connazionali che, pur disponendo di una buona preparazione professionale, non trovavano sbocco alle loro capacità e si mettevano in gioco all'estero. Il fatto è che di tutti questi ben pochi rientrano perchè delusi o perchè hanno fallito: questo dimostra quando vado ripetendo da anni, vale a dire NONO C'E' UNA FUGA DI CERVELLI, MA DI TALENTI. Infatti solo se sei un talento superi le severe selezioni delle aziende straniere e, soprattutto, superi la concorrenza di altri immigrati e ti puoi affermare.= Ma questo i nostri politici, pur sapendolo, non lo comprendono e quindi non lo mettono nella loro agenda, nei loro interventi, nei loro propositi. Lo considero INQUALIFICABILE. Ho parlato con alcuni nostri connazionali che, pur avendo raggiunto all'estero, posizioni di assoluto rilievo, mi hanno confdato di sentirsi stranieri: nel paese che li ospita che certo si arricchisce delle risorse intellettuali che i nostri portano loro, li retribuiscono adeguatamente, ma li considera stranieri, ed è ben raro che possano entrare nella stanza dei bottoni; magari lo faranno i loro figli perchè all'anagre risultano nati in quella nazione. Bene, lo si può anche capire, ma è INACCETTABILE che i nostri emigranti, a cui tutto il nostro Paese deve un GRAZIE per quanto di positivo sanno esprimere da Italiani, li ignori. Così i nostri Emigranto si sentono stranieri due volta. Ne ho continue conferme dai politici di qualsiasi schieramento. Un esempio attuale? Sebbene l'appartenenza all'Unione Europea ci porti sovente a dibattere su quanto fanno di buono o meno buono a Bruxelles o a Strasburgo, non c'è alcuna cronaca che si occupi - salvo casi di particolare rilevanza - dei nostri Emigranti. Non c'è un solo intervento anche dei nostri governanti; tornano dopo incontri con capi di stato o di governo di altre nazioni, ma non fanno un minimo accenno di come le nostre comunità di hanno accolti.= Ecco un esempio che ho vissuto personalmente cinque anni fa quando incontrai Mariastella Gelmini. Si era alla vigilia del ballottaggio per il sindaco di Milano che avrebbe visto il confronto tra Parisi (Destra) e Sala (Sinistra). Parlammo per quasi un quarto d'ora e suggerii questo alla parlamentare di Forza Italia: "Che Parisi, nei propri discorsi pubblici, spenda parole di apprezzamento per i milanesi all'estero (circa 130mila). A parte che hanno titolo a tornare in patria per votare anche per le amministrative, sappia che gran parte di loro hanno lasciato qui parenti e amici. Gente a cui sentire una sincera parola di stima per gli emigranti può fare solo bene e certamente può essere stimolo per un benevolo orientamento di volto." Risultato? Parisi non disse una sola parola e alla fine perse per circa 17mila voti.= Ma non pensate che sia diverso dall'altra parte. Un giorno incontrai Fiano, stimato parlamentare del PD al quale esposi la discriminazione che si era attuata ai danni degli emigranti italiani a cui il governo aveva applicato il massimo dell'IMU se avevano lasciato un immobile - seppur vuoto e sfitto - in Italia. Ammetto che la domanda poteva averlo sorpreso, tuttavia mi rispose che non gli risultava, per lui gli iscritti all'AIRE erano esentati. Peccato allora che i compagni di partito (così la giunta Pisapia che allora governava Milano) abbiano approvato questa imposta.= Ho più volte sostenuto che fare cassa togliend denaro dalle tasche dei nostri Emigranti è disdicevole, e qui lo ribadisco.= Se la Destra pare avere dimenticato la lodevole opera di Mirko Tremaglia (quest'anno ricorre il decennale della sua scomparsa), la Sinistra, che pure vanta sezioni e militanti all'estero e fa dell'immigrazione un proprio cavallo di battaglia, non capisce che i familiari degli nostri emigranti sarebbero i migliori testimonial dell'accoglienza, dell'integrazione: "Rispetto l'immigrato perchè spero che anche mia figlia, mio figlio, mia sorella, mio fratello che vivono all'estero siano accolti e rispettati." Pensate che l'abbiano capito? Hanno davanti qualche mese di campagna elettorale (e tutta l'attività parlamentare) per dimostrare il contrario di quanto affermo: la provincia di Milano conta oggi 150mila iscritti all'AIRE mentre Roma ben 380mila. Chissà, se almeno per convenienza elettorale, godranno di un'espressione di stima, di quella considerazione tanto meritata e che invece non avvertono: una ferita nel loro animo.= Ribadisco invece qui tutta la mia affettuosa considerazione ricordando che nel dicembre 2015 istituii il Premio ASI Italiani nel mondo, raggiunti connazionali in varie parti d'Europa e oltre Atlantico.=

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