lunedì 14 novembre 2022
"L'Italia e i figli del vento"
E' questo il suggestivo titolo del saggio edito da Donzelli e di cui è autrice Delfina Licata, forse la più competente esperta del fenomeno migratorio italiano. Con l'autorevole prefazione di Andrea Riccardi, ex ministro per l'Integrazione, l'opera potrebbe già "leggersi" nel titolo della sua introduzione, Vivere i luoghi abitando il mondo. Sì, perchè è proprio lì, superando le barriere dei confini politici, che le 120 pagine del libro ci accompagnano. Grazie a sapienti citazioni e una attenta analisi della nostra emigrazione, Licata, esprimendo la sua pluriennale esperienza quale stimata curatrice del Rapporto Italiani nel mondo, descrive la mobilità della nostra gente e di chi, fattosi italiano, ne diviene testimone nel suo riprendere il viaggio alla ricerca di nuovi orizzonti di affermazione. Allontanandoci da luoghi comuni, la sua narrazione ci fa conoscere ogni momento storico della nostra mobilità che, per generazioni, ha portato lontano, a volte verso lembi estremi del globo, le aspirazioni di intere comunità. D'altronde, come affermò Adam Smith, "la soddisfazione dei bisogni ha fatto la storia dell'uomo" e L'Italia e i figli del vento è un testo ...che ne fa testo.
La Francia critica i nostri provvedimenti anti sbarchi dalle ONG, ma respinge al confine chi ha fame e dimentica quando gli africani facevano loro comodo
C'è un gran clamore, anche da certa stampa nostrana, sulla nostra mancata accoglienza dei 234 migranti imbarcati sulla Ocean Viking. Si è cattedratici nel sottolineare "il mancato rispetto umano verso chi cerca in Europa (ma sbarcando in Italia), migliori condizioni di vita". Peccato che i transalpini si siano dimenticati di quando, negli anni '50 e '60, bloccavano al confine centinaia di emigranti italiani o, tuttora, le migliaia di africani respinti a Ventimiglia e Mentone o Calais. I francesi e taluni leader politici italiani hanno rimosso dalla memoria i 300 "sans papier" sloggiati a manganellate dalla chiesa di Saint Bernard a Parigi? Era il 28 giugno 1996. Perchè si ignora che negli ultimi 12 mesi l'Italia ha accolto quasi 90.000 persone (nel 2021 erano presenti 78.421 - fonte Unicef) e che dire delle 8.000 che doveva prendersi l'Europa? Solo 117. D'altronde è lo stesso segretario dell'Association de Cooperation Italie-Afrique, Louis Michel Nekam, che, intervistato dal Giornale, ha dichiarato: "L'ipocrisia francese mi indigna: Parigi accusa di disumanità l'Italia e poi nega l'accoglienza agli stessi africani che ha contribuito ad affamare con le sue politiche". In fatto di solidarietà, di senso umano, consiglio ai "cugini" francesi di sfogliare qualche pagina di Storia: prima quella scritta dal nostro Salvatore TODARO. Comandante del sommergibile Cappellini, il 15 ottobre 1940 trasse in salvo l'equipaggio della nave nemica che, in azione bellica, aveva silurato.
Seconda: una vicenda vergognosa che loro tengono tra le quinte, vale a dire la battaglia del 22 agosto 1914 a Rossignol (Belgio) dove, combattendo sotto la bandiera francese, il Régiment d'infanterie coloniale lasciò sul campo, in un solo giorno, 22.000 algerini falciati dalle mitraglie germaniche. E che etnia avevano i soldati francesi che vediamo nel film La Ciociara? (nelle foto di Gianmaria Italia scorcio dei cimiteri di guerra a Rossignol - cliccare per ingrandire l'immagine)
martedì 8 novembre 2022
2022, emigrano meno italiani, ma sempre più di qualità
Nel 2021 non si è ripetuto l'andamento in crescita dell'emigrazione italiana: per la prima volta, dopo alcuni anni, sono espatriati meno di 100 mila unità, esattamente in 83.781. Di questi ne registriamo 15.912 (il 19% del totale) dalla Lombardia,. che si conferma la prima regione come partenze. Molto staccato il Veneto (secondo in graduatoria) con l'11,7% (9.840 partenze) e la Sicilia con il 9,3% (7.751) che resta la prima come residenti all'estero (13,9%) seguita dalla Lombardia (10,1%) e Campania (9,3%).
Questo significa che, sebbene sia la prima regione italiana per economia, e quindi attrazione di manodopera, è anche quella in grado di fornire quella forza lavoro altamente specializzata - in termini tecnici che intellettuali - che possa rispondere alle attuali esigenze del mondo lavorativo.
Per la cronaca, dai 3.100.000 del 2006, sono ormai 5.806.068 gli Italiani residenti all'estero. Li troviamo principalmente in: Argentina 15,6%, Germania 14%, Svizzera 11,2%, Brasile 9,1%, Francia 7,9% e Regno Unito 7,6%
Questa e molte altre notizie si possono rilevare dal RIM Rapporto Italiani nel mondo - edizione 2022 - curato dalla sempre eccellente Delfina Licata (foto) e presentato stamane a Roma dalla Fondazione Migrates il cui presidente, Mons Giancarlo Perego, ha dihiarato: "la comunità dei cittadini italiani iscritta all'AIRE, Anagrafe Italiani Residenti all'Estero. è superiore a quella degli stranieri regolarmente presenti nel nostro Paese".
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