Nella diffusa ignoranza, nel significato di NON conoscenza, che riscontro nella classe politica e nei suoi cronisti, ecco ai primi posti il mestiere dell'ambizioso
premier (per chi, come me, aborre le scopiazzature dai termini inglesi, quando non indispensabili è il presidente del consiglio italiano) signor Di Maio che, come mestiere, avrebbe fatto lo steward (e non stewart come ha erroneamente scritto qualche collega giornalista) allo stadio San Paolo di Napoli. Mi spiego meglio: non la versione femminile di hostess di compagnia aerea ma addetto allo staccare i biglietti e/o accompagnare uno spettatore al suo posto nello stadio*.
Secondo quando pubblicato da NapoliToday questa esperienza gli "avrebbe permesso di conoscere da dentro il mondo del calcio..."
Utile, ma davvero; una tessera davvero significativa nel puzzle dell'Italia dove convivono i rapporti internazionali, quelli socio economici accanto a quelli imprenditoriali e sindacali. E che dire quelli mai facili con la Scuola, la Cultura, con la NATO e l'Unione Europea il cui acronimo UE non ne riduce l'importanza?
Lì, forse, non serve perché non ci si chiama dottore e neppure onorevole ma Signor/Mister/Monsieur oppure Signora/Madame (onorevole? Ma non mi faccia ridere), però, insomma, la laurea, una ventina d'anni di studio non sarebbero inutili tra scuola dell'obbligo, maturità e università.
Un grande merito va riconosciuto a Di Maio: il 21 marzo 2013, nella sala della Regina, dichiarò: "Non chiamerò più onorevoli i deputati". Mica poco, visto che
onorevole non è un titolo ma semplicemente un appellativo, per cui onore all'aspirante premier Luigi Di Maio.
Un altro aspirante premier è Matteo Salvini. Non si è laureato ma, come si legge nella sua biografia, si sarebbe fermato cinque esami prima di discutere la tesi in Scienze storiche.
Ho dato un'occhiata ai livelli di studio di alcuni leader europei:
Margareth Thatcher era un avvocato, Angela Merkel laureata in Fisica nel 1978, Tony Blair, figlio di un avvocato, si laureò a Oxford, Emmanuel Macron laureato in Filosofia, Jean Claude Juncker presidente della Commissione Europea ) , avvocato, si laureò in Diritto a Strasburgo.
David William Donald Cameron si è laureato a Oxford in Filosofia, Politica ed Economia mentre Rajoy, il presidente del Consiglio spagnolo, si è laureato in Diritto all'università di Santiago di Compostela.
Mi domando: che insegnamenti, che stimoli diamo ai nostri giovani che faticano sui libri per conquistare un'ambita laurea? Fose solo quella di metterla poi in una valigia e cercare la meritata realizzazione all'estero lasciando che l'Italia sia governata da chi non ha lasciato sudore e fatica sui libri e ministeri - magari - a ballerine di terza fila della politica.
E' lecito domandarsi a che serve stimolare i nostri figli a proseguire gli studi fino al dott. se poi la carriera politica apre a carriere ed emolumenti più alti in cambio di impegni meno onerosi...
* http://www.huffingtonpost.it/