mercoledì 7 agosto 2019

MARCINELLE, una ferita che non si rimargina

L'ingresso alla miniera oggi - copyright G.Italia
8 agosto 1956, una data che dal 1° dicembre 2001 identifica la "Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo". 
Una data però indimenticabile per chi nel 1956 era già grandicello e seppe della tragedia a Marcinelle, nei pressi di Charleroi (Belgio), esattamente nella miniera di carbone al Bois du Cazier, dove un'esplosione a 1000 metri di profondità aveva causato
262 vittime, 136 erano italiane, in particolare 40 provenivano da Manoppello, paese della Valpescara, in Abruzzo.
A queste sbarre, visibili alle mie spalle, si aggrapparono decine di mani nell'angosciosa attesa di notizie dei loro cari bloccati laggiù nel pozzo.


Era il terzo tragico disastro per numero di vittime in miniera dopo Monongah (6 dicembre 1907: 362 morti di cui 171 italiani)  e Dawson (22 ottobre 1913: 263 morti di cui 146 italiani), un altro oneroso, grave tributo per un lavoro pesante e rischioso.
le torri dellla miniera di Bois du Cazier - copyright G.Italia

Quella tragedia, avvenuta nel pozzo sotto la torre a sinistra della mia foto, ci deve ricordare che oltre 5 milioni di Italiani hanno scelto, spesso dovuto scegliere, di emigrare, lasciare il proprio paese, gli affetti più cari per una migliore certezza nel futuro.
Si pensi quale prezzo l'Italia pagò nelle miniere: dal 1946 al 1963 furono 868 le nostre vittime. 
il ministro Enzo Moavero Milanesi
In occasione dei 63 anni dalla tragedia è interessante rilevare alcuni passaggi del messaggio rivolto ai nostri connazionali all'esteri dal nostro ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi: 
"Nel giorno della sciagura di Marcinelle celebriamo ogni anno la Giornata del Sacrificio del Lavoro. Una ricorrenza solenne e importante che rende omaggio ai tanti Italiani, lavoratrici e lavoratori che hanno onorato e onorano la nostra Patria, ovunque nel mondo con il valore della loro opera e del loro ingegno, animati di desiderio di affermarsi nel paesi in cui si trovano".
Il Ministro, che ha poi rimarcato i ricorsi storici e  l'esigenza di sicurezza e maggior tutela dei lavoratori, ha concluso con questa frase diretta e di alto profilo:
"Cari Amici Italiani, ovunque voi siate nel mondo, dovete essere consapevoli che, con il vostro lavoro operoso, fornite al lusinghiero capitale d'immagine e reputazione della Patria, Rappresentate un essenziale architrave, un'infrastruttura di collegamento che è nostro dovere potenziare e valorizzare. Desidero indirizzarvi il saluto più sincero e un abbraccio fraterno.
Grazie per l'apporto che quotidianamente fornite alla crescita della Repubblica."  



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