Andrea
Alessandro Galbiati, ovvero The WOOD, il soprannome che lo accompagna per
quanto sono secchi i suoi colpi che lo hanno visto numerose vincitore per ko.
Sì,
perché Galbiati è un simbolo della kick boxing, prima come atleta e da una
quindicina d’anni come trainer di pugili professionisti: in entrambi i ruoli la
sua fama è internazionale.
E’
nato il 30 aprile 1970 a Monza, ed è proprio nel capoluogo brianzolo che a 4
anni ha preso confidenza con il tatami praticando il judo nella palestra del Jumbo
Club.
Passato
alla kick boxing ha conquistato 4 titoli italiani, un europeo e
2 mondiali; il suo ultimo incontro a Milano, a 39 anni con il secondo
oro che ha conquistato a Milano.
Un
atleta altamente versatile che ha saputo ben alternarsi anche nel ruolo di
allenatore: i suoi primi insegnamenti, a Muggiò, quando aveva solo 20 anni.
Nel
2007 inizia a prendere confidenza con l’ambiente pugilistico di New York, dove
per numerosi anni ha trasmesso a giovani promesse i suoi segreti, ma
soprattutto la sua passione, allenando presso la storica palestra Gleason’s
Gym, a Brooklyn.
Ed
è dalla Grande Mela, dove ha preso la residenza nel 2009, che risponde alle
nostre domande.
Galbiati, sei
stato il primo nostro connazionale a cui consegnammo il Premio ASI Italiani nel
mondo, fu a Napoli nel marzo 2016. Oltre ai numerosi successi internazionali fu
proprio la tua generosa azione rivolta alla promozione dello sport presso i
giovani, togliendoli dalla strada per portarli in palestra, dare loro uno
scopo, che incrementò i tuoi meriti per il nostro conferimento.
Li
educo a rapportarsi con gli altri, a misurarsi nel rispetto delle
regole, all’autocontrollo, e i risultati che ho ottenuto sono stati davvero
incoraggianti. Ora che ho un mio team e
sono spesso in giro per il mondo, soprattutto in Micronesia, non ho più il
tempo per questa missione che mi ha dato tanta soddisfazione morale, so che
questo sport ha dato una ragione di vita a molti di loro. Sono
stato in vari paesi del mondo a confrontarmi con altre realtà’ pugilistiche
locali che mi hanno insegnato molto e che spero di trasmettere ai miei allievi
quelli che ho imparato: Aruba, Cile, Croazia, Egitto, Giordania, Giappone,
Cuba, Russia e perfino in Siberia. Ho tenuto numerosi stage in
Italia, quasi una cinquantina, cercando di insegnare qualcosa di
innovativo.
Dai grattacieli
di New York alla isole nell’oceano della Micronesia, come mai questo
cambiamento?
Nel
2018 ho ottenuto la cittadinanza americana per meriti sportivi quindi non ho
lasciato New York perché è lì che ho la mia palestra, la mia famiglia. Insieme al coach Erick Divinagracia sono
stato due volte per due mesi in
Micronesia nel Pacifico ad aiutare con la mia esperienza i ragazzi di quella
terra. La mia attività porta a fare e ricevere esperienze e la
Micronesia è una terra fatta di gente splendida, di giovani che si avvicinano
con entusiasmo a questo sport. L’approccio per me l’ha fornito una mia allieva,
Jennifer Chieng, un’atleta straordinaria, originaria appunto della Micronesia,
che ha conseguito ottimi risultati. Con lei sono stato l'unico
trainer italiano a vedere vincere una propria allieva ai Golden Gloves
nell’aprile 2015: dopo 87 edizioni la vittoria ha parlato anche italiano.
L’anno scorso ha trionfato ai Pacific Games che si sono disputati
a Samoa, Jennifer ha confermato il successo del 2015 quando vinse l’oro a Papua
Nuova Guinea: solo due pugili possono vantare due medaglie d’oro. Assolutamente
un altro suo grande traguardo è stata la partecipazione, nel 2016, alle
Olimpiadi di Rio.
Non
puoi che esserne molto fiero. Hai altri gioielli nella tua scuderia?
Sì,
due ottimi interpreti della Muay thai: Ruben Sciortino e John Pina.
Ho vinto un paio di match con questi miei
allievi al Madison Square Garden. Una cintura WBC Muay Thai con John Pina
e vinto incontri importanti con Ruben Sciortino. Alleno anche due
pugili italiani professionisti che mi raggiungono qui a New York per il loro
training, sono il promettente Andrea Sito e l’esperto Jacopo Lusci. Ho
mantenuto ottimi rapporti con l’Italia, collaboro con il maestro Francesco
Vaccaro della palestra 91026 Fight Club di Mazara del Vallo per la campionessa
del mondo di kick boxing Martina Bernile che debutterà tra breve nel pugilato
professionstico.
Con
il mio team siamo ormai in giro per il mondo per incontri e stage.
Parlaci
dei principali riconoscimenti che hai ricevuto fuori dal ring.
Nel 2015 me ne sono stati conferiti due
importanti e personali: Premio dell'Ambasciata italiana a New York e a Monza,
la mia città, l’Insegna d'oro dell'USSMB; l'anno dopo, a Napoli, il vostro
Premio Italiani nel mondo che ricordo
accolsi con un "grazie, grazie per esservi ricordati di noi".
L’anno scorso ho ricevuto un attestato
di benemerenza da Comune di Monza. Comunque quella vostra bella targa è esposta
su una parete di casa accanto ai ricordi più belli della mia carriera. L’Italia l’ho sempre nel cuore e tu sai che
quando festeggio una vittoria, che l’atleta sia della Micronesia o degli USA,
io sventolo il nostro Tricolore.
Andrea Galbiati, che Italiano!
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